Per loro era una giornata di festa: «Si va finalmente in piscina, è il primo bagno». Con questa promessa si erano addormentati domenica sera, sereni e felici. Erano contenti i quattro fratellini che lunedì mattina, di buon’ora, in compagnia della mamma e con un’altra amichetta hanno varcato l’ingresso del centro “Imperium Eventi”, una polisportiva grandissima – alla Borghesiana, periferia sud-est della Capitale un tempo quartier generale della fu “Lodigiani”, una società di calcio romana e centro d’allenamento per la Nazionale – che conta, oltre alla piscina olimpionica, diversi campi da calcio, da padel, sale eventi, punti di ristoro. Per loro non era la prima volta lì: la piscina era un loro punto di ritrovo nelle estati calde della Capitale abitando nel quartiere, prima che arrivasse il tempo delle vacanze al mare. Ma proprio mentre stavano facendo il bagno, uno di loro ha gridato: «Mamma l’acqua è diventata gialla».
LA DINAMICA
In un attimo nella porzione della grande vasca olimpionica in cui si sfidavano a colpi di bracciate, una fuoriuscita anomala di cloro ha colpito le vie respiratore provocando, con effetti diversi, un’intossicazione da esalazione di cloro, il noto e nocivo, se appunto inalato, disinfettante che si usa proprio nelle piscine. Immediatamente i fratellini e la loro amica sono usciti dall’acqua e il titolare dell’impianto, come lui stesso ha raccontato, ha chiamato i soccorsi non appena i piccoli hanno iniziato a manifestare problemi respiratori. Accompagnati da un fastidio agli occhi e mal di stomaco. Nel mentre anche gli altri bagnanti sono stati fatti uscire dall’acqua. Sul posto, intorno alle dieci di lunedì mattina, sono arrivati i sanitari del 118 che hanno portato in ospedale i piccoli e la madre. Mentre nel pomeriggio sarà la volta della polizia. La donna resterà in osservazione al policlinico Umberto I per 12 ore ma fortunatamente non accuserà problemi. Diverso invece il quadro per i figli di cinque, sette, nove e 11 anni. I bambini insieme all’altra piccola di sette anni sono stati ricoverati. Per due di loro gli accertamenti medici hanno escluso ricoveri prolungati mentre tre sono finiti in Terapia Intensiva pediatrica. Qui è ancora ricoverato, intubato e in coma farmacologico, uno dei fratellini di nove anni. I medici non si sbilanciano ma il suo quadro clinico non è dei migliori. Pur non rischiando la vita, potrebbe accusare dei danni neurologici. Mentre un altro fratellino, malato di tumore, è stato visitato dall’équipe che lo tiene in cura all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Per fortuna, l’inalazione non è stata così ingente. Ricoverata ancora, ma con una situazione più rassicurante, la sorellina di cinque anni, gli altri sono stati dimessi nel corso delle ore.
Cosa sia successo all’impianto idraulico della piscina lo dovrà chiarire ora la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per lesioni colpose, disponendo, solo ieri pomeriggio, cioè a distanza di 24 ore, il sequestro dell’impianto a seguito anche dei rilievi compiuti dalla Scientifica con impiegati dell’ispettorato del lavoro. Quasi certamente e anche solo come atto dovuto, diverse saranno le persone che potrebbero essere indagate. Stando a quanto ha raccontato il titolare, che gestisce la piscina da cinque anni, lunedì mattina si è verificato un malfunzionamento dei bocchettoni. In sostanza dagli stessi sarebbe uscita una quantità elevata di solo cloro per pochi minuti. Sufficienti, tuttavia, a provocare l’intossicazione per i piccoli che si trovavano proprio vicino alle “bocche”.
Sconvolti i genitori dei bambini che pregano affinché il figlioletto possa salvarsi e chiedono che venga appurata con precisione la dinamica e chiarite le responsabilità.
IL CENTRO
Il centro, storico, e privato sorge in quest’angolo di Roma da decenni. Nel corso del tempo le varie attività sono state suddivise e create più società. Banalmente chi gestisce i campi da calcio non si occupa della piscina. Tanti i fruitori medi che ad ogni stagione riempiono il centro. Sul caso è intervenuta anche la Società italiana di medicina ambientale (Sima) spiegando che quello di ieri «è solo l’ultimo episodio di una lunga serie che solleva crescenti preoccupazioni sul tema della sicurezza nelle piscine italiane». «I prodotti chimici normalmente utilizzati per la disinfezione delle acque delle piscine, come ad esempio ipoclorito di sodio e di calcio, acido solforico, acido tricloroisocianurico, sono classificati come pericolosi perché in gran parte corrosivi» ha spiegato il presidente Alessandro Miani che mette in guardia sul loro uso. Diversi gli incidenti che ogni estate si verificano proprio nelle piscine. Nell’agosto del 2023 alle terme di Cretone, uno stabilimento nella provincia di Roma, un bambino di otto anni perse la vita dopo esser stato risucchiato da uno dei motori di aspirazione che si trovava nella vasca. Il bambino rimase incastrato nel tubo e a nulla valsero i tentavi di rianimarlo dei vigili del fuoco che lavorarono per lunghi minuti prima di poterlo estrarre.
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